intestata
Roberto Caracciolo & Ian Davenport
7 Ottobre – 30 Ottobre 1998

Picasso

R. Caracciolo, Più o meno, 1996-98

Roberto Caracciolo adotta una grammatica astratta, sia verticale sia orizzontale. Negli ultimi anni il suo interesse è rivolto al tempo, come trovarlo e usarlo, lento, in modo da far perdere i quadri in una miriade di piccoli segni e tracce di gesti ripetuti all’infinito. Dipingere molto su pochi quadri, per vedere come il lavoro ossessivo cambia il suo percorso artistico. Recentemente i segni piatti, sulla superficie della tela, sono diventati tridimensionali con una serie di piccole sculture colorate in ceramica, frammenti che suggeriscono strutture ben più grandi delle quali potrebbero essere parte, ma anche così le ceramiche sono oggetti finiti che non tradiscono il suo modo di fare l’arte. Ian Davenport, per la seconda volta in mostra alla Galleria, lavora a terra versando contenitori di pittura direttamente sulla tavola liscissima fino a coprirne la superficie per poi alzare verticalmente il quadro e permettere alla forza di gravità di creare una colata di colore. Ripetendo questo processo appare una linea di colore tra i veli che si coprono, si cancellano e si sovrappongono. Colore, densità, forma e superficie sono le variabili di ogni opera.