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Donato Amstutz
24 Ottobre – 29 Novembre 2002

Picasso

D. Amstutz,Face, 2002

E’ la prima personale dell’artista svizzero alla Galleria Valentina Moncada dove presenta una selezione di sette opere: due piccole scatolette di farmaci (Tavor e Valium), una grande scatola (Ciba-Vision) e quattro grandi lavori dalla serie “Faces” in cui l’artista opera su volti femminili fotografati in bianco e nero. Tratto distintivo del lavoro di Amstutz è il ricamo a mano, un tradizionalissimo punto-croce impiegato quale mezzo di “traduzione” di oggetti e di immagini direttamente prelevate dalla realtà quotidiana. Le sue opere, tutte riprodotte con un accuratissimo ricamo, esprimono una sorta di calma aggressività rivolta alle icone e alle convenzioni culturali. Confezioni e imballaggi, immagini tratte da fonti eterogenee sono trasformate in duplicati ingranditi, vittoriosi trofei di una caccia irrispettosa. Quel che nei ricami si mette in luce è il contrasto tra la loro lenta, meticolosa esecuzione e la rapidità involontaria con cui siamo invitati a riconoscere i soggetti. Amstutz coltiva un’impossibile, estenuante battaglia con la tecnica creando un’imitazione perfetta e inutilizzabile di un prodotto industriale.