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SITE SPECIFIC: Il paesaggio nella fotografia contemporanea
14 Giugno – 19 Luglio 2006



N. Goldin, Gigi in the blue Grotto, Capri, 1997

Elger Esser, Simryn Gill, Nan Goldin, Carlo Gavazzeni

La mostra presenta quattro fotografi a confronto in una doppia visione del paesaggio: Elger Esser, Nan Goldin, Simryn Gill e Carlo Gavazzeni. Nelle immagini di Elger Esser e Carlo Gavazzeni il paesaggio è inteso in senso classico, come in un dipinto da “Grand Tour d’Italie” dove il tempo sembra sospeso ed eterno. In Nan Goldin e Simryn Gill, al contrario, la velocità dello scatto coglie un istante del mondo in rapida evoluzione con un commento personale e sociale. La serie di fotografie di Elger Esser, intitolata “Cap d’Antifer – Étretat”, di cui saranno in mostra 10 scatti, racconta un viaggio letterario sulle tracce di Maupassant e Flaubert. Esser ha scattato la sua serie fotografica negli stessi posti raccontati da Flaubert attraverso gli occhi di Maupassant. Ad Elger Esser, sulla scia del viaggio letterario, viene affiancato il lavoro di Carlo Gavazzeni che negli ultimi mesi ha ritratto i luoghi più suggestivi della città eterna con occhio tradizionale, pittorico. Diametralmente opposta è la visione della fotografa americana Nan Goldin, star indiscussa del panorama artistico internazionale. La presenza costante dei suoi amici dà un’impronta molto personale e soggettiva ai luoghi fotografati. “Gigi in the blue grotto”, una delle foto esposte, è scattata durante un viaggio a Capri. Non c’è nessuna costruzione formale in Goldin e il paesaggio è sempre legato alla sua storia, al suo celebre diario personale raccontato per istantanee. Alla visione immediata di Nan Goldin è affiancata quella del fotografo australiano Simryn Gill, a cui la Tate Modern ha dedicato di recente una personale. Dell’artista saranno esposti sei scatti della serie “Standing Still”, realizzata tra il 2000 e il 2003 nel Sud-est asiatico. Nelle fotografie di Gill i soggetti sono tutti progetti architettonici abbandonati prima di essere completati. L’artista li fotografa mentre iniziano a mescolarsi con l’ambiente naturale diventando moderne rovine, simboli d’incertezza economica.