Apathia
30 Maggio - 29 Giugno 2012
D. Amstutz, Woman Vanishing, 2009
Alla sua terza personale alla Galleria Valentina Moncada Donato Amstutz espone alcune opere inedite e altre provenienti da un’importante mostra personale presso il museo CACT (Centro d’Arte Contemporanea Ticino) di Bellinzona, tra cui la nuovissima serie di Vanishing Woman, otto volti languidi di donne in estasi, immortalate in momenti d’intimità oppure durante il sonno o l’agonia. Tra queste, anche l’immagine di una donna ricamata sul recto, che emerge dalla parete acquistando un senso quasi oggettuale e sfiorando la concezione tridimensionale dell’opera nello spazio. Un linguaggio intimista ma al contempo lucidamente critico su quelli che sono i “relitti” del modernismo, immagini ritagliate da vecchi e popolari giornali pornografici fuori moda, ingranditi e ripetutamente fotocopiati fino a perdere la loro originale sostanza nella trama del punti ricamati. Con un procedimento molto simile a quello della Pop-Art, l’artista attua lo strenuo tentativo di rendere unica, dunque opera d’arte, l’immagine di un prodotto industriale che normalmente è riprodotto in serie. In mostra anche uno dei suoi Prozac: una riproduzione esatta della scatoletta del celebre psicofarmaco, ricamato in tutti i suoi elementi grafici. Infine l’opera Xenofobia è una grande pagina tratta da un dizionario francese riprodotta su tela con lo stesso accuratissimo ricamo a mano. La definizione della parola “xenofobia” che vi si può leggere viene semanticamente annientata dall’immagine di una farfalla che trova spazio nella stessa pagina generando un cortocircuito vincente.